Contando non solo persone abili alla guida, ma anche bambini e non patentati.
Con un tasso di motorizzazione di 663 automobili ogni 1000 abitanti, l’Italia batte la Germania (574).
Batte anche la Spagna (513), la Francia (482) ed il Regno Unito (473).
Dal report realizzato da The European House – Ambrosetti con la partnership di OCTO Telematics sulla mobilità connessa, noi italiani siamo secondi soltanto al Lussemburgo in vetta con 681 automobili ogni 1000 abitanti.
Da precisare che, nella conta dei 1000 abitanti, sono compresi anche bambini e persone senza patente: un risultato ancor più significativo.
Come possiamo interpretare questo risultato?
> Dipendenza dall’automobile
Siamo dipendenti dall’automobile per scelta – vale addirittura l’80% del traffico totale – oppure ci troviamo costretti ad usarla a causa della conosciutissima carenza di infrastrutture nel trasporto pubblico?
L’impiego così intenso dell’automobile abbinato all’aumento della densità abitativa nei centri urbani mette inevitabilmente a dura prova sia l’ambiente che i protagonisti di questa mobilità; sia in termini di inquinamento che – purtroppo – in termini di incidenza di morti sulla strada (48 per milione di abitanti).
> Basso tasso di urbanizzazione
Rispetto ad altri paesi europei l’Italia ha un tasso di urbanizzazione piuttosto basso e, più il tasso di urbanizzazione è basso più è difficile rinunciare all’automobile di proprietà.
I dati Eurostat parlano chiaro: quasi il 70% dei comuni italiani ricade nella classe di bassa urbanizzazione, area prevalentemente rurale, dove su una superficie del 72% circa si conta una popolazione pari al 24%.
I comuni ad alta urbanizzazione sono solamente il 3,3%, all’interno dei quali è presente il 33% della popolazione su una superficie complessiva del 4,8%. Il restante 42% della popolazione si inserisce in comuni di media urbanizzazione su un’estensione territoriale del 22,7%.
Conti alla mano: il 20% degli italiani vive in aree rurali (con bassa urbanizzazione), il 44% in aree intermedie (con media urbanizzazione) e soltanto il 36% in aree urbane (con alta urbanizzazione).
Se per la maggior parte della popolazione italiana l’automobile è quindi una necessità, le grandi città lombarde e della capitale dovrebbero farsi autrici di una controtendenza.
Ci sta senz’altro provando Milano che, dal primo ottobre di quest’anno, ha avviato un’ulteriore stretta al traffico privato. Puoi leggere qui il nostro approfondimento.