Svariati studi mettono in dubbio l’utilità della produzione di veicoli ibridi plug-in nel prossimo futuro. Nel mirino dell’Europa le emissioni di CO2 prodotte e i consumi non corrispondenti agli utilizzi reali.
In linea teorica i veicoli ibridi della categoria PHEV (Plug-in Hybrid Electric Vehicle) rappresentano il ponte perfetto nella delicata fase di passaggio tra auto alimentate con motori endotermici e auto full-electric. Questo soprattutto grazie alla complementarietà tra l’utilizzo di carburanti fossili e la modalità elettrica che li ha resi per molto tempo la soluzione più efficace ed immediata nel percorso verso una mobilità green.
Tutto questo ora è in forte dubbio.
Secondo uno studio realizzato dall’ICCT (International Council for Clean Transportation) non solo il divario tra dati ufficiale e dati reali sta crescendo progressivamente, ma, analizzando i dati di guida di oltre 100 mila veicoli, è emerso che le auto ibride sfruttano il motore a combustione per oltre la metà dell’utilizzo reale.
I dati teorici sono messi in discussione.
L’Unione Europea ha deciso di porre una lente d’ingrandimento sulla questione. Dal 2021 è infatti scattato il divieto di omologazione per modelli di auto che superano i 95 g/km di CO2: un limite importante che per le Case costruttrici è certamente più facile da raggiungere con modelli ibridi.
Secondo l’ICCT, però, i dati teorici sugli utilizzi presi in esame in fase di omologazione sono nettamente inferiori rispetto a quelli registrati nella realtà. Infatti, molto spesso i veicoli PHEV vengono utilizzati esclusivamente in modalità termica, andando a produrre così emissioni di CO2 ben superiori rispetto a quelle definite sulla carta in fase di omologazione.
Il fattore di utilità.
Lo scenario non potrà che portare a una sostanziale rivalutazione del fattore di utilità, un numero introdotto dalla Società degli ingegneri automotive adottato per bilanciare le emissioni del veicolo tra il suo funzionamento in elettrico ed esclusivamente con il motore termico. Secondo le prime stime il fattore di utilità per le PHEV dovrebbe passare a 800 nel 2025 e 4000 dal 2027, rendendole molto meno competitive sul mercato in primo luogo per le Case costruttrici.