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AUTO ELETTRICHE: TROPPO PESANTI?
In Gran Bretagna si valuta il rischio per la solidità di alcune infrastrutture pubbliche o private come i parcheggi multipiano.
Le auto elettriche non solo vengono considerate troppo costose ma, a causa delle grandi batterie al litio necessarie per ricaricarle e della struttura rinforzata necessaria per accoglierle, hanno anche un peso che può raggiungere il doppio di quello delle loro omologhe termiche. Questa caratteristica, però, potrebbe rappresentare un serio rischio per la solidità di alcune infrastrutture pubbliche o private.
Uno studio condotto in Gran Bretagna dalla British Parking Association (BPA) ha rilevato che i danni che potrebbero subire, per esempio, i parcheggi multipiano sotto il peso dei veicoli elettrici sarebbero potenzialmente “catastrofici”. L’associazione ha quindi esortato le autorità locali a condurre indagini strutturali urgenti per scongiurare il rischio di danni alle infrastrutture.
Tuttavia, secondo Ben Nelmes, CEO della società di consulenza automobilistica NewAutoMotive, le affermazioni del BPA sono “bizzarre e fuorvianti”. Secondo lui, le auto a benzina e diesel più vendute nel Regno Unito pesano tra 1,4 e 1,7 tonnellate, mentre l’auto elettrica più venduta, la Tesla Model Y, pesa 1,6 tonnellate e la Mini elettrica pesa 1,3 tonnellate, come una Mini Cooper. Nelmes suggerisce invece di riflettere sul peso enorme dei SUV, anche endotermici, e sulla loro crescente diffusione negli ultimi anni.
L’Institute of Structural Engineers ha comunque avviato un aggiornamento delle sue raccomandazioni di progettazione per i parcheggi multipiano e sotterranei, che dovranno essere in grado di sopportare carichi maggiori. Le nuove linee guida saranno pubblicate entro gennaio e riguarderanno, se possibile, i nuovi edifici e il rafforzamento dei parcheggi esistenti. In alternativa, Chris Whapples, ingegnere civile e membro della BPA, suggerisce la possibilità di limitare l’ingresso dei veicoli nei parcheggi in base al loro peso.
Per ora questa novità interessa esclusivamente il Regno Unito, ma potrebbe arrivare anche in Italia molto presto, con nuove direttive.