Dopo i chip, ora il mercato auto ha problemi con i trasporti

Nuove stazioni di rifornimento di idrogeno saranno installate sul territorio italiano.

Ottime novità per il futuro sostenibile della mobilità italiana: il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha recentemente pubblicato la graduatoria dei 36 progetti ammessi al finanziamento pubblico per la realizzazione di stazioni di rifornimento a idrogeno.

I 36 nuovi punti di rifornimento si andranno quindi ad aggiungere ai due soli distributori pubblici presenti oggi in Italia, Bolzano e Mestre.

Il contributo previsto da parte dello Stato è di circa 103,5 milioni di euro, finanziati grazie al PNRR e prima parte dei 230 milioni di euro destinati allo sviluppo della rete nazionale di rifornimento a idrogeno entro il 2026.

Le nuove stazioni di rifornimento di idrogeno saranno sparse su tutto il territorio nazionale, con una priorità per le aree di servizio stradali e autostradali posizionate in luoghi strategici per il trasporto commerciale, come l’Autostrada A22 del Brennero, l’Autostrada A4 Torino-Trieste, i corridoi per il trasporto commerciale europeo TEN-T e le hydrogen valleys italiane.

Fare rifornimento di idrogeno in Italia sarà, dunque, più semplice, soprattutto nelle regioni del Nord.

Il 40% delle risorse totali sarà destinato necessariamente ai progetti che riguardano le regioni del Centro-Sud Italia: la Puglia, dove verranno investiti 8 milioni per realizzare 3 stazioni di rifornimento, il Lazio, dove ne verranno investiti 3 per 2 progetti, e la Calabria, dove ne verranno investiti 2 per un solo progetto. Delle 36 proposte approvate, però, il Nord Italia si aggiudica la meglio, raccogliendo infatti il 77% dell’attuale finanziamento (circa 79 milioni). In particolare, circa 27 milioni verranno investiti in Veneto, con ben 9 progetti, quasi 21 milioni in Trentino-Alto Adige, dove si prevedono 6 progetti, e circa 16 milioni in Piemonte e in Lombardia, dove rispettivamente sono previsti 5 e 4 progetti.

Tutte le stazioni dovranno erogare il carburante a una pressione di 350 bar per le auto e 700 bar per i veicoli commerciali pesanti e leggeri, in linea con le norme europee. Inoltre, ogni stazione sarà finanziata solo se erogherà idrogeno verde, ovvero prodotto per mezzo di elettrolisi tramite energia elettrica ricavata da fonti rinnovabili. “Lo sviluppo di una rete di stazioni di rifornimento è essenziale per permettere all’idrogeno di dare un contributo decisivo al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione del sistema italiano” – dichiara Alberto Dossi, Presidente di H2IT (Associazione Italiana Idrogeno) – “In Europa si sta già puntando su questo vettore da anni, con alcuni Paesi pionieri, come ad esempio la Germania, che rappresentano un modello d’avanguardia nell’innovazione e nella transizione energetica. Ora siamo sulla giusta strada per recuperare il divario.”

Sebbene l’obiettivo di espandere la rete di distribuzione sia molto ambizioso, è importante notare che attualmente in Italia sono disponibili solo due modelli di auto a idrogeno per il trasporto privato: la Toyota Mirai e la Hyundai Nexo. Questi veicoli utilizzano la tecnologia delle “fuel cell”, che è costituita da batterie che producono energia elettrica attraverso una reazione tra idrogeno e ossigeno. La Mirai è in grado di rifornirsi in soli 5 minuti e può percorrere fino a 650 km con una sola carica, mentre la Nexo ha un’autonomia di 666 km.

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