Cina batte Europa 26 a 16.

Stiamo parlando di milioni di automobili e veicoli più in generale. Nel 2021 l’intera Europa ne ha prodotti circa 16 milioni, la sola Cina 26.
La colpa non è da attribuirsi alla mancanza di chip o di componenti e nemmeno all’aumento dell’inflazione – che comunque l’hanno aggravata – ma è da ricercarsi altrove perché il calo della produzione europea è evidente già da qualche anno.

L’Italia, ancora una volta, guida questa crisi: tra il 2008 ed il 2017 il calo è stato del 48% che, nel 2022, ha superato il 50%. Nei primissimi anni 2000 si producevano più di 1 milione e mezzo di veicoli, oggi non si arriva – neanche lontanamente – al milione.

L’auto elettrica può salvarci da questa crisi?
Se lo chiedessimo ai nuovi Ministri Salvini e Pichetto Fratin la risposta sarebbe sicuramente negativa (abbiamo già visto la loro opinione a tal riguardo, se hai perso l’approfondimento puoi trovarlo cliccando qui). Contrariamente al clima di scetticismo che si respira al Governo, l’auto elettrica potrebbe proprio essere l’ancora di salvataggio per la nostra industria manifatturiera perché – nonostante i numeri delle vendite siano ancora marginali – la produzione sta aumentando.

Nel Bel Paese è prodotta la famosissima Fiat 500 elettrica (il secondo EV Electric Vehicle più venduto in Europa, il primo in Italia) così come il nuovo SUV di lusso Maserati Grecale e la coupé sportiva Gran Turismo Folgore. Ma anche i furgoni Citroën Jumper, Fiat Ducato e Peugeot Boxer in versione a batteria.
Stellantis ha scelto Termoli per una delle sue Gigafactory e a Torino, più precisamente a Scarmagno, entro il 2023 partiranno i lavori per la costruzione di un’altra Gigafactory – questa volta firmata ItalVolt – che produrrà batterie.

La Spagna è l’unica a crescere
Tanto da guadagnare il secondo posto nella classifica dei produttori europei, grazie all’ampia produzione di vetture SEAT e CUPRA ma anche Audi, Citroën, Ford e molte altre.
La Germania cala, soprattutto per la scarsa propensione all’elettrico, ma si conferma ancora al primo posto.

La forza della Cina
Nel resto d’Europa le cose vanno un po’ meglio, soprattutto in Spagna (l’unico paese a mantenere la produzione di automobili in positivo: 2 milioni), ma nulla se paragonato con la produzione cinese che, nell’anno appena passato, ha prodotto più di 26 milioni di veicoli staccando USA e Giappone: fermi rispettivamente a 9,1 milioni e 7,8 milioni.

Il basso costo della manodopera aggiunto all’assenza di costi di trasporto delle merci e alla vicinanza dei fornitori di elettronica hanno spinto diverse case automobilistiche occidentali ad investire in Cina.
Come? Realizzando fabbriche high tech capaci di immense produzioni, che oggi la portano ad avere quasi un terzo di tutta la produzione mondiale.

Fit for 55
L’Unione Europea fa fronte comune contro la Cina. Nel programma di Fit for 55, il pacchetto di proposte che prevede una serie di normative volte a ridurre i livelli di emissioni di CO2 per il raggiungimento di una mobilità stradale a emissioni zero entro il 2035, c’è anche l’obiettivo di riportare la produzione di veicoli in Europa per evitare di renderci un’altra volta dipendenti da paesi emergenti.

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